L’area dove oggi sorgono la basilica di Sant’Agnese fuori le mura e l’adiacente mausoleo di Santa Costanza si trova lungo la via Nomentana. In questa zona, in epoca romana, sorgeva una necropoli di dimensioni considerevoli che poi si allargò, dal III secolo in poi, quando diventò una delle zone di sepoltura utilizzate dalla neonata comunità cristiana. Ed è proprio in questa necropoli che venne sepolta Agnese, santa che generò quasi subito un culto di imponenti dimensioni, che, nonostante non si conosca l’anno preciso del suo martirio, oscilla tra il regno di Decio e il governo di Diocleziano. Fu durante l’epoca costantiniana che la tomba della santa venne localizzata, e si proseguì a realizzarne una sistemazione monumentale atta all’accoglienza della folla dei pellegrini che venivano da ogni parte per pregare. Durante il pontificato di Giulio I, grazie all’intervento della figlia di Costantino, venne costruita una basilica cimiteriale circiforme a deambulatorio. La particolarità di questo edificio è che il pavimento era interamente costituito di lastre di copertura di centinaia di tombe. Questo edificio cominciò molto presto ad andare in rovina e nonostante alcuni lavori di contenimento avvenuti in particolare modo durante il pontificato di papa Simmaco rimase pericolante fino a quando non fu costruita la successiva basilica in epoca Onoriana . L’abside di questo edificio è rimasta sempre visibile, costituendo anche la sostruzione del dislivello presente originariamente tra la Nomentana e la Salaria, e ancora oggi possiamo ammirarlo nella zona immediatamente adiacente alla basilica.
L’attuale basilica è il frutto di una serie di trasformazioni e restauri,avvenuti fino al 1800, fatta realizzare da papa Onorio I, di cui ancora oggi conserva gran parte dei caratteri. Per realizzare la basilica, gli architetti di Onorio ripresero un modello introdotto mezzo secolo prima da papa Pelagio II (579-590), con la costruzione della basilica di San Lorenzo fuori le mura. A S. Lorenzo fu adottata una soluzione particolarmente intelligente, ripresa piuttosto fedelmente a S. Agnese. Fu realizzata una basilica seminterrata, in modo che il pavimento fosse al livello della tomba oggetto di culto, sbancando parte della collina. A S. Lorenzo l’ingresso avveniva lateralmente, mentre a S. Agnese ci si arrivava per mezzo di una scala (come tuttora avviene, per chi accede dalla Via Nomentana). Al livello superiore, in entrambe le basiliche, fu realizzata una galleria che correva su tre lati: in corrispondenza delle due navate laterali e del nartece, che era interno. La galleria consentiva di accedere all’interno della basilica anche a chi non era in grado di percorrere le scale; inoltre permetteva di avere spazio aggiuntivo nei giorni di particolare afflusso.
Molto fu il materiale di spoglio (ovvero preso da monumenti romani) che venne utilizzato durante la costruzione di questa basilica; questo lo possiamo notare soprattutto nelle colonne di cui nessuna fu costruita per la basilica ma vennero tutte importate e riutilizzate.
Immediatamente accanto alla basilica onoriana possiamo trovare il mausoleo di Santa Costanza, un caposaldo dell’architettura tardoantica poiché uno dei primi edifici a pianta centrale con ambulacro. Derivato da modelli romani di templi e mausolei, ninfei, (il Pantheon, il Mausoleo di Augusto e vi dicendo) deve la caratteristica più innovativa, i due spazi circolari concentrici, a un edificio di poco precedente destinato ad influenzare l’architettura medioevale: il Martyrium del Santo Sepolcro eretto a Gerusalemme da Costantino e dalla madre Elena.
L’edificio era strettamente integrato con la basilica. Il nartece che ne costituisce l’ingresso, absidato ai lati, si innestava sulla navata laterale della basilica e pertanto il mausoleo veniva a trovarsi trasversalmente in asse con la basilica stessa. Oggi questo piccolo edificio è il luogo preferito di molte coppie romane per sposarsi, e per questo si è guadagnato la nomea di uno dei luoghi più romantici della città.
Questo complesso è certamente uno dei più importanti all’interno del circuito sia artistico che religioso della città di Roma, lasciando a bocca aperta ogni visitatore.
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