Pietro Cascella (Pescara, 2 febbraio 1921- Pietrasanta, 18 maggio 2008), è stato un grande scultore italiano. Conosciuto nel mondo per le sue opere monumentali caratterizzate da forme levigate in travertino e pietra e delineate da accenni cubisti e luminosità geometriche.
Cascella è stato un artista a tutto tondo, pittore e ceramista. A Roma, in uno dei musei ospitati all’interno di Villa Torlonia, il Casino dei Principi, un luogo delizioso decorato nell’Ottocento, è ospitata fino al 19 marzo prossimo
una mostra a lui dedicata che ci racconta gli esordi nella pittura e nella ceramica, intitolata Pietro Cascella inedito. Le opere degli esordi a Roma (1938-1961). Sono più di 100 lavori tra disegni, dipinti, ceramiche e bronzi che risalgono ai primi due decenni di attività dell’artista, dalla fine degli anni Trenta ai primi anni Sessanta.
La famiglia Cascella
Una famiglia di artisti quella di Pietro Cascella. Suo padre era Tommaso Cascella, pittore e ceramista. Lo zio Michele Cascella è stato un pittore e paesaggista crepuscolare. Il nonno Basilio Cascella pittore, grafico ed illustratore. Il fratello
Andrea anch’egli pittore, scultore e ceramista. Un ambiente in cui si respirava arte fin dall’infanzia come scrive Pietro Cascella stesso nel 1974:
”Stavo sempre attorno a mio padre, lo aiutavo a prepare i colori, a tendere le tele. Lui dipingeva e noi, Andrea e io, si rimaneva ore a guardarlo. Mi portava spesso con sé. Pochi musei, perché ce n’erano pochi a portata di marcia o di biciclette. [….] Si andava in giro per la campagna. Non so…mi faceva capire il paesaggio da una stagione all’altra. Cose delicate, sfumature di luce, stati d’animo che è difficile comprendere, se non hai un maestro […] Sono diventato pittore quasi senza accorgermene, sotto il suo sguardo”.
Gli esordi
Pietro Cascella si stabilisce a Roma nel 1938 per studiare all’Accademia di Belle Arti dove segue i corsi di pittura. Partecipa alla III Mostra Sindacale Nazionale di Roma nel 1941, alla IV Quadriennale di Roma nel 1943, e alla XXIV Biennale di Venezia nel 1949.
I suoi primi lavori sono di ambientazione rurale, reminiscenze di quei luoghi visti insieme al padre da bambino quando il genitore
portava la famiglia a visitare le bellezze dei paesaggi circostanti. Si nota lo studio del colore e la plasticità delle forme, corredata dall’empatia per la vita dei contadini.
Fino alle tele di matrice più espressionista come La Crocifissione del 1942
e la tela Donna d’Abruzzo del 1949 in cui si percepisce la lezione post-cubista.
Cascella ammirava moltissimo Picasso, come scrisse nel 1942: “È stato il più grande di tutti in assoluto. Un vero genio. Ci siamo incontrati per strada a Roma tanti anni fa. Svoltavo e ho visto Picasso…Quelli che fanno una somma delle esperienze precedenti come Picasso, sono grandi artisti. Un artista è un accumulatore di fatti che poi rigenera, riesprime, avendo alle spalle un impianto antico”.
La fornace di Valle dell’Inferno a Roma
Alla fine degli anni Quaranta, per Cascella comincia una nuova fase artistica: la lavorazione della ceramica insieme al fratello Andrea e alla moglie Maria Cesarini Sforza. A Roma, il loro luogo delle meraviglie, la fucina creativa dove lavorare incessantemente in un’atmosfera di vita ed arte è la fornace di Valle dell’Inferno nei pressi del Vaticano.
Opere ed oggetti che rimandano alla tradizione popolare intrisi di innovazioni formali. Uno degli esempi più iconici è il Mazzamurello in ceramica smaltata del 1953.
Seguono anni di fervente attività con progetti che spaziano dai bozzetti per mosaici a pannelli decorativi.
Un’opera in ceramica sarà collocata al di sopra del portale del Palazzo dell’ex Ministero del Tesoro in via Sicilia a Roma e un mosaico all’interno di una delle sale della Stazione Termini sempre a Roma. Nel 1957 realizza le sue ultime ceramiche ormai monocrome, orientato verso la scultura in bronzo.
Tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio del decennio successivo, nel periodo artistico Informale, Pietro Cascella si dedicherà ad una serie di opere definite “sabbie”, in cui sperimenterà una tecnica innovativa spatolando su grandi tele polveri di mattone e marmo da cui emergono motivi antropomorfici.
Negli anni Sessanta realizzerà i suoi capolavori in marmo e pietra. Nel 1958 partecipa al concorso internazionale per un monumento ad Auschwitz che vincerà e ultimerà dopo alcune vicissitudini nel 1967.
Nel 1983 viene nominato membro dell’Accademia di San Luca e la sua fama gli permetterà di creare monumenti ed opere in pietra in tutto il mondo.
Il suo sogno era quello di vivere in un castello. Realizzerà il suo desiderio nel 1977, comprando un castello medievale a Fivizzano, nei pressi di Massa Carrara dove si stabilirà. L’artista si spegne nel 2008 a Pietrasanta.
Cascella inedito
Questa mostra è un’occasione unica per avvicinarci alla formazione di Pietro Cascella. Per ritrovare nei disegni, nei dipinti e nelle ceramiche dei primi anni di attività del maestro, tutta l’ispirazione e gli studi sui modelli, alle radici di quella terra d’Abruzzo forte e resistente che si riflette nelle sculture dell’artista. Un momento da assaporare con lentezza nella cornice del Casino dei Principi, un gioiello all’interno di Villa Torlonia a Roma.
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Brava Estella. Non me ne perdo uno dei tuoi articoli-suggerimenti di visite ! Brava