Le Terme di Caracalla a Roma, dal 27 maggio al 5 novembre, ospitano una mostra dedicata alla grande fotografa italiana Letizia Battaglia, intitolata Letizia Battaglia Una storia infinita.
Donna indomita, indipendente, paladina dei diritti civili, è riuscita a fare della fotografia, inizialmente un modo per mantenere lei e le figlie, un’arte senza confini, senza limiti, proprio come indicato nel titolo della mostra a lei dedicata. Il curatore Paolo Falcone la definisce “una costellazione di fotografie dove amore, dolore, dolcezza e dramma, passione e impegno, raccontano momenti della nostra storia.”
Letizia Battaglia
Letizia Battaglia (Palermo, 5 marzo 1935- Palermo, 13 aprile 2022), inizia a scattare fotografie nel 1969, collaborando al giornale palermitano L’Ora, per mantenere le tre figlie.
Nel 1970 si trasferisce a Milano, dove collabora a varie pubblicazioni. Nel 1974 ritorna a Palermo e con Franco Zecchin fonda l’agenzia Informazione Fotografica.
Gli anni Settanta sono gli anni della mafia a Palermo, il clan dei Corleonesi la fa da padrone e gli omicidi si susseguono con crudeltà e ferocia dilaniando la città. Il 6 gennaio 1980, Letizia Battaglia è la prima reporter a trovarsi sul luogo dell’omicidio di Piersanti Mattarella, Presidente della Regione Siciliana.
È lo stesso anno in cui nei vicoli di Palermo, nel quartiere della Cala, fotografa “ la bambina con il pallone”. Fotografia in bianco e nero che farà il giro del mondo.
I riconoscimenti internazionali
Negli anni, la fotografia diventa per Letizia Battaglia uno strumento di impegno civile e di denuncia. Usa il bianco e nero, le sue immagini sono realistiche, crude, senza orpelli. Le immagini della sua Palermo sono dolenti, ci raccontano una Sicilia lontana, feudale, spietata.
Letizia Battaglia è la prima donna a ricevere nel 1985 il premio Eugene Smith a New York. Le sue mostre più importanti sono state ospitate in Gran Bretagna, in America, in Brasile, in Canada.
Per il suo impegno politico, nel 1991 è nominata assessore dell’Assemblea Regionale Siciliana nella giunta del sindaco Leoluca Orlando.
Nel 2003 si trasferisce a Parigi, nel 2011 ritorna a Palermo. Malata di tumore, si spegne nella sua città il 3 aprile 2022.
Palermo
Le immagini della sua Palermo sono un documento della città scenario della mafia ma anche della vita lontana dei nobili palermitani, chiusi nel loro splendido isolamento. Agghindati per le feste, sembrano marionette mosse da un demiurgo invisibile.
È anche la Palermo dei malati rinchiusi nei manicomi. Soli, indifesi, abbandonati al loro destino e alle loro fragilità.
Dopo le stragi dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel 1992,
Letizia Battaglia decide di non fotografare più scene di mafia. L’ultimo scatto è il ritratto di Rosaria Costa, la vedova di Vito Schifani, l’agente della scorta di Giovanni Falcone, ucciso nell’attentato del 25 giugno 1992.
La donna, le cui parole pronunciate al funerale del marito nella Cattedrale di Palermo, risuonano ancora oggi impresse nella nostra memoria: “Io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare”. La sua immagine sembra un’icona indefinibile nella dimensione spazio- temporale in cui la luce e l’ombra la dividono in due segmenti. Il prima e il dopo di quella ferita che ha lacerato la sua vita. Una luce che illumina, come nel grande pittore seicentesco Caravaggio, la luce della fede che dona la speranza in una resurrezione per lei e per il nostro futuro.
Il percorso della mostra
Il percorso della mostra è affascinante nel luogo magico delle Terme di Caracalla. Tra mosaici e ambienti romani senza tempo ma memori della grande storia, si snodano le fotografie dell’artista palermitana.
Sono 92 immagini che raccontano cinquant’anni di vita della fotografa, dal 1971 al 2020. L’allestimento rende omaggio ad un’altra grande artista italiana, Lina Bo Bardi a cui si ispirano le lastre in cristallo temperato in cui sono inserite le fotografie della Battaglia.
Le immagini
Il curatore della mostra Paolo Falcone ha dichiarato che il progetto era “comporre un’opera unica atematica e atemporale, priva di gerarchie, dove fotografie iconiche, appunti di viaggio e vita quotidiana costruiscono una narrazione aperta per conoscere e scoprire i tanti aspetti di Letizia Battaglia.
Una costellazione di fotografie dove amore e dolore, passione ed impegno raccontano momenti della nostra storia.
I soggetti
È difficile scegliere tra le tante fotografie. Giovanni Falcone, Pier Paolo Pasolini,
Leonardo Sciascia e Renato Guttuso.
Enrico Berlinguer, Dario Fo e Claudia Rame sono alcuni tra i personaggi famosi ritratti in momenti particolari, intimi,
meno manifesti. Trafiggono le nostre emozioni i ritratti dei mafiosi e degli omicidi. Ma anche il viaggio in Turchia e a Istanbul,
a Mosca nel 1989. È bello soffermarsi sui ritratti dei bambini, italiani e stranieri.
Uno sguardo pieno di amore quello di Letizia Battaglia verso di loro, lo sguardo di una madre, che si interroga sul loro futuro,
mettendo in luce le espressioni e gli atteggiamenti che gli adulti spesso non colgono, come a chiedersi che ne sarà di loro.
Una delle ultime fotografie di Letizia Battaglia del 2019 è lontana dal suo impegno sociale ed intellettuale, come se verso la fine della vita, la fotografa si fosse rivolta alla natura per cercare una risposta alle sue domande. È un nudo femminile ripreso sdraiato in un paesaggio nevoso dello stato americano dell’Utah. Una figura femminile meravigliosa sembra sprofondare nella
neve, in un paesaggio silenzioso. Immagine ancestrale, di una donna-dea che nella natura lontana da inutili brusii e violenze di ogni genere riesce finalmente ad essere l’assoluta protagonista.
La bellezza
Una mostra che è anche un’occasione per riflettere e guardare alla nostra storia vicina nello scenario strabiliante del racconto della nostra storia millenaria.
Magie che in una città come Roma si palesano ai nostri occhi come d’incanto.
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