Alla vigilia del 30ennale dal disastro della centrale ucraina, avvenuto proprio il 26 Aprile del 1986, il Parlamento Europeo conferma i dati devastanti e preoccupanti sulla salute umana dovuta proprio dall’incidente nucleare di Chernobyl.
Nel corso degli anni, i dati raccolti da diversi studi è il seguente, i malati di cancro legati alle radiazioni dovute all’incidente di Chernobyl sarà ancora dello 0,01% entro l’anno 2065. Tra 50 anni si registreranno 25.000 casi a rischio in tutta Europa, 16.000 casi a rischio di morte. Il 70% delle malattie colpirà i paesi colpiti dal disastro nucleare, Ucraina, Russia e Bielorussia.
In data odierna la stessa Ucraina colpita dall’incidente nucleare, che uccise migliaia di persone, ricorda della potenzialità e del pericolo che induce il combustibile atomico, e della attuale preoccupazione degli abitanti ucraini sull’emissione ancora in atto, delle sostanze tossiche sprigionate dalle crepe e guasti ancora vivi nel vecchio edificio, New Safe Confinement (NSC) che padroneggia silenziosa nella città fantasma di Chernobyl.
Il 26 Aprile 1986 l’impianto di sicurezza della centrale nucleare, bruciò per dieci giorni, causa di un incendio del reattore numero 4, dal contatto dell’idrogeno e della grafite incandescente delle barre di controllo del reattore stesso con l’aria, 200 tonnellate di uranio rimasero all’interno del reattore che emise nubi radioattive su 3 quarti d’Europa fino ad arrivare sulla costa orientala degli Stati Uniti.
A trent’anni dal disastro, nuove preoccupazioni giungono per pericolose perdite dalla vecchia e malandata struttura che copre rifiuti tossici, facendo pensare alla costruzione di una nuova copertura d’acciaio, un nuovo e più sicuro sarcofago, per proteggere ‘temporaneamente’ la salute degli ucraini per almeno 100 anni.