Siamo un popolo di stressati, di fobici che arrancano pieni di timori verso un domani incerto, certo detto cosi sembra un’apocalisse, bè stando ad uno studio fatto a campione sembrerebbe proprio cosi .
Come sei te lo dice la mente, cosi sembrerebbe che il nostro essere, il nostro io si evolva; i nostri meccanismi mentali sono differenti unici e speciali, si evolvono in base alle nostre esperienze , si soffocano e muoiono dentro di noi se costretti dietro un angolo.
Anni ruggenti avrebbe cantato qualcuno negli anni 80, anni soffocanti quelli che invece stiamo vivendo ; momenti di crisi non solo economia ma sopratutto esistenziale, siamo presi da noi stessi , attaccati come ventose al nostro tempo, manco fosse un respiratore a tempo che sta per scadere tra un ticchettio e l’altro.
Di generazione in generazione ci siamo avventurati avviluppando su noi stessi , le esperienze che c’hanno fatti evolvere, fino a diventare a torto o ragione quelli che siamo , senza troppe domande siamo cresciti stando dietro alla prossima utopia, questo risulta essere un foto scioc della vita odierna ma ce di più , molto di più.
Ci si avventura troppo spesso e altrettanto volentieri , in pensieri e sensazioni fatte su misura, che se qualche cosa va storno nella vita , allora il basol crolla e allora la mente tracolla lentamente, attaccandosi a paure e fobie, a tiepide quotidianità labili e pallide come un foglio di carta.
Eterni adolescenti o semplicemente dissociazioni della realtà, questo non sta a questo articolo approfondirlo, le relazioni sempre più apparenti meno accondiscendenti del previsto , tanto ce il prossimo social dove possiamo sfogare le nostre emozioni e sensazioni, su quei diario sociali, gli stessi dove i nostri avi avrebbero versato lacrime se solo quelle righe fossero state lette da qualcuno , adesso? Se non appare scompari nel vortice del web, mentre l’anima latente medita pensieri indicibili.
Avanti alla prossima fobia allora, che sia vissuta al meglio , mentre la solitudine latente sovrasta, un popolo di solitari quindi ma non solo, persone scontente del presente, ma che spesso non fanno nulla per migliorare futuro apparente che vivono .
Gli intervistati confessano ( per la privacy alcuna generalità è stata ovviamente pubblicata ) , gli intervistati sono coloro che hanno confessato nell’anonimato quindi che quel “like” conta troppo, parecchio nella loro vita, altri preferiscono chiudersi in se stessi per non apparire, come tanti criceti nel rotino girano a vuoto in senso orario nella loro quotidianità senza nemmeno rendersene conto.
Scenario apocalittico ? Non proprio, scenario crudelmente reale, se per sentirsi accettati si scende a patti con qualunque compromesso , cercando di rendersi apparentemente utili al prossimo, inconsapevoli che quell’utilità non è nient’altro che paura di rimanere soli al prossimo bivio della vita.
Ci si vende per una ricarica del cellulare , si fa sesso in cam per il piacere di farlo e si rimorchia molto più nei social , si ostenta la crisi economia, ma quella centra ben poco, se si fa fatica a parlare, meglio farsi una bella chattata senza scomodarsi troppo.
Se leggendo queste righe il sospetto nasce spontaneo, tranquilli non è tutto nero quello che fa buio ; intanto questi dati emergono dal continuo bombardamento mediatico sull’apparente socialità dei social che ci rendono sempre meno socievoli , di crisi economiche apparenti, generate o presunte tali, tanto che una buona percentuale sostiene persino di non cercare più il lavoro obbiettando frasi del tipo “tanto non ce niente per me”.
Se infine si pensa che questo buio sociale sia oppressivo, sapiate che ce molta apparenza, che sicuramente ce di cui rattristarsi ma ce anche del buono su cui ognuno nel proprio quotidiano potrebbe iniziare a lavorarci su, cosi tanto per vivere serenamente, come naturalmente la mente umana ci chiede di fare.
Le ventose esistenziali , gli respiratori affettivi non durano , le persone umanamente ci lasciano , o noi per primi potremmo lasciare chi ci ama, costringerci in rotini di vetro cercando una perfezione utopica genera soltanto quanto sopra narrato, uscendo da noi stessi , scoprendo i volti e vivendo la nostra vita equilibrando il nostro essere, ci permetterebbe di leggere pagine stupende della nostra vita, potendoci persino sorprendere positivamente di noi stessi .
Non si tratta di valori più o meno religiosi , politici e quant’altro, si tratta prepotentemente , unicamente, immensamente della nostra vita, non vale sicuramente la pena di passare la mano, ma sicuramente meglio viverla perchè la mano vincente è unicamente la nostra, la carta della scelta di vivere .