In occasione dei centoquaranta anni dalla prima visita del pittore Claude Monet a Monaco e in Costa Azzurra, il Grimaldi Forum di Monaco, dedica all’artista francese una grande mostra, intitolata Monet en pleine lumière, visitabile dall’8 luglio al 13 settembre.
È possibile ammirare un centinaio di quadri, provenienti dalle più famose collezioni mondiali, principalmente dal Musée Marmottan Monet di Parigi che detiene il maggior numero di opere dell’artista.
Il Musée d’Orsay di Parigi, il Museo Nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid, il Palazzo dei Principi di Monaco, con la collezione dei loro dipinti, nonché collezionisti privati, hanno contribuito a rendere questo evento eccezionale. Sono 21 i dipinti esposti per la prima volta vicino ai luoghi in cui sono stati realizzati.
Monet, la Costa Azzurra e la Riviera
Claude Monet nasce a Parigi nel 1840 e muore a Giverny nel 1926. Nel dicembre del 1883, a 43 anni, nel periodo della sua maturità artistica e spirituale, giunge per la prima volta in Costa Azzurra, a Monaco, con l’amico pittore Pierre-Auguste Renoir. Nel gennaio del 1884 tornerà da solo e si stabilirà in Riviera, a Bordighera. Alcuni anni dopo, nel 1888, si recherà ad Antibes, dove trascorrerà sei mesi. Sono periodi di intenso lavoro, ammaliato, stregato dalla luce e dalla morbidezza dei paesaggi, delle montagne, del mare.
A Monaco si stabilisce all’Hôtel du Parc et de la Mediterranée. Ogni giorno cammina fino a Pointe de la Veille da dove può godere di un punto di osservazione meraviglioso su Monaco. La vista di quei luoghi appare come un’epifania per il pittore. I colori sgargianti e luminosi sono una rivelazione. Così diversi e vitali rispetto ai colori freddi della sua Normandia in cui è cresciuto e dove ha cominciato a dipingere i primi paesaggi. La montagna di Monaco, così vicina al mare, la vegetazione esotica, il riflesso del blu dell’acqua, sono una continua fonte di ispirazione per il pittore sempre alla ricerca della luce.
Bordighera
Nel gennaio del 1884, Monet si stabilisce per tre mesi a Bordighera.
Cammina e dipinge scorci spettacolari. La dolcezza del paesaggio ligure è una continua gioia per gli occhi e la mente.
Il piccolo borgo di Dolceacqua è un incanto: “Dolceacqua est superbe: il y a un pont qui est un bijou de légèreté.”
A febbraio del 1884 scopre il Giardino Moreno. Si tratta di una proprietà privata di circa 80 ettari, un luogo magico:” un jardin come cela ne ressemble à rien, c’est de la pure féerie, toutes le plantes du monde poussent là en pleine terre et sans paraître soignées.”
Forse sarà proprio la visita al Giardino Moreno che farà nascere in Monet il desiderio di creare un giardino tutto suo, come avverrà a Giverny.
La natura rigogliosa di Bordighera si manifesta nei dipinti degli scorci e delle ville che lo circondano. La tavolozza di Monet si accende in un tripudio di blu, rosa, verdi, in un caleidoscopico fluttuare di allegria e vita.
Dipingere il paesaggio per Monet
La mostra privilegia i quadri di paesaggio, tema caro al pittore. Il tema del paesaggio, prima degli Impressionisti, era considerato un soggetto minore. Monet ribalta queste considerazioni e ci mostra come un “paysage simple et sans histoire “ possa diventare l’assoluto protagonista di una tela, come dimostra il quadro Les Pyramides de Port-Coton del 1886.
Monet dipinge il paesaggio, ma non è tanto il soggetto stesso ad intrigarlo, quanto il momento, l’istante in cui avviene il processo del dipingere. Per questa ragione può permettersi di riprodurre lo stesso luogo varie volte, anche a distanza di anni. Mai uguale, perché l’atmosfera sarà sempre diversa. Ogni momento è unico, in continua evoluzione e trasformazione. Il mondo, il tempo, il pittore, sono in continuo movimento, come le stampe giapponesi in voga in quegli anni: le riproduzioni Ukiyo-e, la cui traduzione è: “la pittura del mondo fluttuante.”
Antibes
Dal gennaio al maggio del 1888, Monet soggiorna ad Antibes. Dal suo hotel cammina per raggiungere luoghi panoramici da cui dipingere gli scorci preferiti.
Il Castello Grimaldi e il forte di Antibes sono i soggetti a lui più cari. Castello fiabesco, circondato dall’azzurro dell’acqua che si scompone nel rosa e giallo del cielo come in un’onda di suoni, colori e sensazioni!
Il percorso della mostra
Il percorso della mostra è strutturato in modo cronologico, con i primi paesaggi dipinti in Normandia tra il 1867 e il 1878.
Monet aveva trasformato una barca nel suo atelier galleggiante, così da essere in contatto ancora più ravvicinato con i bagliori dell’acqua del mare e dei fiumi.
Seguono i dipinti eseguiti nei tre viaggi in Costa Azzurra e in Riviera, per concludere con le tele create nell’amata Giverny, tra le sue ninfee.
Giverny
Nel maggio del 1883, di ritorno dal viaggio a Bordighera, Monet con la sua compagna Alice Hoschedé e i figli di entrambi, si stabiliscono a Giverny.
Dal 1883 al 1903, il pittore si dedica alla cura del suo giardino. All’inizio con l’appezzamento davanti all’abitazione e successivamente, nel 1893, con l’acquisto di un nuovo terreno, creerà il cosiddetto giardino d’acqua dove dedicarsi alle sue amate ninfee. Ci sono voluti 15 anni prima che il giardino prendesse la sua forma definitiva.
A quel punto Monet non viaggerà più, il suo fiabesco giardino diverrà la sua primaria fonte di ispirazione e le ninfee l’oggetto infinito di tele sempre nuove, fluttuanti, in continua trasformazione fino alla fine dei suoi giorni.
Sensazioni
È un percorso emozionale quello che si attraversa in questa mostra avvicinandosi ai quadri di Monet.
Un pittore alla ricerca della luce, come sottolinea il titolo, che nella Costa Azzurra e nella Riviera sembra tornare bambino alla scoperta di un mondo sensoriale, tattile e luminoso.
Si avverte il piacere del pittore di sentirsi accolto, abbracciato dalle forme della natura, in simbiosi con esse. L’acqua lo circonda come nel grembo materno e la luce lo riscalda e gli infonde nuovo entusiasmo per la sua arte. Sarà un percorso che lo porterà a trovare in Giverny e nel suo giardino di ninfee quell’ispirazione che fino alla fine dei suoi giorni lo accompagnerà nell’infinita creazione di quelle opere che lo renderanno immortale.
”J’ai mia du temps à comprendre mes nimphéas. Je les cultivais sans songer à les peindre. Un paysage ne vous imprègne pas un jour…Et puis, tout d’un coup, j’ai eu la révelation des féeries de mon étang. J’ai pris ma palette. Depuis ce temps, ie n’ai guère eu d’autre modèle.”
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