In epoca romana le terme erano grandi stabilimenti aperti ad ogni genere di frequentatori e in particolare alle masse popolari ( i più ricchi potevano permettersi le terme in casa propria). Il servizio primario delle terme era si il bagno ma all’interno dei complessi termali si trovavano anche palestre e una vasta gamma di possibilità complementari (di svago, di cultura, di incontro, di divertimento) per poter passare il tempo libero. Al centro però vi erano i bagni e in particolare modo le vasche, vi era un percorso: si passava dalle vasche di acqua calda (calidarium) a quelle di acqua tiepida per acclimatarsi (tepidarium) per poi immergersi infine nell’acqua fredda (frigidarium).
Le terme di Caracalla, uno dei più grandi complessi termali dell’impero romano, furono costruite agli inizi del III secolo dall’imperatore Caracalla dal quale presero la denominazione ufficiale di Thermae Antoninianae. Dovute probabilmente ad un progetto di Settimio Severo vennero effettivamente costruite e inaugurate nel 216 d.C. dal figlio, Caracalla, e poi completate tra gli anni 222 e 235 dai successori dell’imperatore, Eliogabalo e Severo Alessandro, soprattutto per quel che riguarda il recinto esterno.
Per realizzare l’enorme spianata a terrazzo sulla quale le terme vennero costruite, furono necessari grandi lavori di sbancamento del terreno, atti a pianeggiare la superficie della collina. Il lato nordorientale, nel quale si apriva l’ingresso principale di tutto il complesso, era costituito da un portico con una serie di ambienti su due piani, probabilmente botteghe, usati come sostegno al terrapieno sottostante.
La cisterna poteva contenere fino a 10.000 metri cubi d’acqua ed era parzialmente affondata nel terreno in pendio e formata da 18 vani coperti con una volta a botte, affiancati e intercomunicanti. Ai due lati della cisterna erano due grandi sale absidate e tripartite utilizzate come biblioteche.
Questo complesso rimase in funzione per tre secoli fino a quando venne definitivamente abbandonato nel 537 d.C. in seguito all’assedio di Roma a opera dei Goti, i quali tagliarono gli acquedotti per riuscire a far crollare la città lasciandola senz’acqua. Non solo questo avvenimento ma anche la posizione del complesso contribuì al suo abbandono: troppo fuorviano rispetto al centro, dove si andavano concentrando gli abitanti per la paura degli invasori, venne lasciato al suo destino e piano piano cadde in uno stato di rovina.
Nei secoli vennero portati via dal complesso numerose parti tra cui numerose colonne, il celebre “toro farnese” e due grandi vasche monolitiche di granito bigio egiziano riutilizzate nel 1612 per le fontane di piazza Farnese a Roma.
Nonostante le spoliazioni tutt’oggi entrando in questo complesso si può avvertire tutta la sua monumentalità e la sua importanza, possiamo capire quanto le terme fossero importanti all’interno della società romana e quanto la sua architettura e la sua ingegneria fossero avanzate.
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